La Storia

Cronistoria della ‘Pace e Unione’

Come già detto la Pace e unione, da testimonianze, esisteva sin dal 1898 con il nome di “Arti e Mestieri, che nel 1910 viene sostituita dalla “Pace e Unione”.

Il 4/03/1911 i soci Carlo Sturbini, Gaspare Mentrasti, Ersilio Petrelli a nome e per conto della società acquistano l’area dove poi è stata costruita la sede della stessa (Atto notaio Franci reg. 8/03/1911 al. n.1224 reg.I vol.57).

Il 26 novembre 1911 l’Assemblea Generale dei soci approva uno statuto sociale.

La società “Pace e Unione” viene ufficialmente costituita il 24/03/1912 ai sensi della legge 15/04/1886 n. 3818 sempre con atto notaio Franci registrato il 02/04/1912 n. 1362 vol. 60.

L’atto costitutivo e lo statuto vengono depositati in tribunale che ne ordina la trascrizione nel registro delle Società al n. 564, l’affissione nella sala del Tribunale, in quella del Comune e nei locali della Borsa più vicina.

Negli anni che seguono non abbiamo notizie della società perché tutti gli atti compresi registri, libri contabili verbali assemblea e riunioni del Consiglio vennero sequestrati dal regime fascista e non sono più tornati in ns. possesso.

Con la venuta del fascismo, infatti, cominciarono i nostri guai.

Intanto il 12/11/1923 la società aveva acquistato un altro frustolo di terreno dove sorgerà il gioco delle bocce.

Il 22/09/1926 un Decreto Prefettizio n. 495, mai notificato, scioglie il Consiglio Direttivo della Società per gravi motivi di ordine pubblico e nomina un Commissario Prefettizio che in data 26/09/1926, alla presenza del Maresciallo dei Carabinieri e dei componenti del disciolto Consiglio, in esecuzione del citato decreto, procede al sequestro di tutti i libri (libro mastro, cassa, rubriche soci, libro riunioni del Consiglio, registri e quaderni vari di amministrazione), mobili, documenti ecc. di proprietà e di pertinenza della “Pace e Unione”.

Inoltre sequestrano tutti i soldi in cassa, fondo cassette gioco bocce, vino comune (litri 703,7), litri 15 fondi vino, litri 120 vino guasto contenuti in 21 damigiane.

Da quel momento in poi la Direzione della Società è presa dal Commissario Prefettizio tale Emilio Giambartolomeo.

Nel 1927 il Commissario Prefettizio incontra delle difficoltà:
1) desiderio di alcuni loschi elementi fascisti locali di prendere loro la direzione della società 0 per la semplice necessità di fare la spia pensando magari ad averne dei benefici;

2) indirizzo del Partito Nazionale Fascista di diventare il proprietario di tutti i beni delle Società di Mutuo Soccorso e per cercare di superarle costituisce una nuova società con il nome di Società di Mutuo Soccorso “4 Novembre”, il cui Presidente era l’Ing. Lollini, ma non venne mai registrata in Tribunale.

Il 24/06/1928 l’Assemblea Generale della società aveva deliberato di iscriversi all’0.N.D. al fine di avere l’esenzione della tassa di licenza del vino ed ai primi di gennaio dell’anno successivo avanzano la richiesta di iscrizione all’Opera Nazionale Dopolavoro.

Arriviamo al 1929 ed il regime torna di nuovo alla carica e sempre per i già noti motivi citati in precedenza, nonostante l’epurazione già avvenuta nelle file dei vecchi soci della “Pace e Unione”, viene sciolta la “4 Novembre” con Decreto Prefettizio del 22/11/1929 in quanto si ritiene che la citata società sia la stessa “Pace e Unione” che ha cambiato il nome e che non persegue le finalità per cui venne costituita e per l’influenza della maggioranza dei soci non ravvedutasi svolgeva ancora attività contrarie all’ordine nazionale dello stato e di nuovo vengono confiscati tutti i beni mobili ed immobili, riservandosi di determinarne l’assegnazione.

Il 30/12/1929 con altro Decreto Prefettizio, il Prefetto Mornino assegna la proprietà della società della “4 Novembre”, già “Pace e Unione” all’Opera Nazionale Balilla, sentito naturalmente, il parere del Ministero dell’Interno, che destina i locali ad uso dei giovani balilla.

Il 24/01/1930 alla Conservatoria delle Ipoteche viene trascritto il decreto prefettizio 30/12/1929 che però tiene conto solamente dei locali sociali e non dell’appezzamento di terra dove c’era il gioco delle bocce.

Intanto qualcuno protesta contro l’ingiustificato decreto prefettizio e viene scritta persino una lettera a Mussolini in data 19/02/1930 perché provveda a sospendere il provvedimento. Viene dimostrato che i soci della “4 Novembre” non sono più quelli della “Pace e Unione” e che nella società non si svolgeva alcuna attività politica. Ma non ci fu alcuna risposta. I fascisti avevano ottenuto così ciò che desideravano: i beni sociali. Era la fine delle società di Mutuo Soccorso.

Soltanto qualche tempo dopo (forse l’Ing. Lollini ed altri) costituirono un Dopolavoro che si chiamerà Dalmazia e lO.N.B, concederà i locali in affitto.

Nel 1930 (dagli aneddoti di Ennio) quando ci fu il terremoto il 30 di ottobre tra I’8° e 9° grado della scala Mercalli, il giorno seguente lui dormì in un letto sistemato all’interno della società, nella sala divisa da lenzuola a mo’ di tende attaccate a fili di ferro tirati alle pareti, così da formare piccole stanze separate per ospitare diverse famiglie.

Il 19 novembre 1932 la burocrazia fascista, in virtù dei precedenti decreti prefettizi, effettua la voltura in catasto con atto Notaio Petrilli. Anche questo atto è trascritto nella conservatoria delle ipoteche ma anche qui non si tiene conto della terra acquistata il 12/11/1923 dove insiste in gioco bocce che pertanto rimane di proprietà della “Pace e Unione”.

Nel 1943/1944 con un comitato provvisorio c’è la riapertura dei locali della società.

Dall’autunno del ’44 alla primavera del ’45 c’è l’occupazione dei locali prima dalle truppe tedesche e poi da quelle inglesi e quando i localisono lasciati liberi la società riapre nell’estate del ’45.

Viene subito tenuta un’assemblea generale in data 18/06/1945 ed il Consiglio democraticamente eletto nella stessa assemblea si riunisce il 19/06/1945 e decide di procedere alla sistemazione dei locali (ripulitura dei muri della sala, verniciatura dei tavoli e degli sgabelli) e quelli del piano sottostante lasciati in pessime condizioni dalle truppe di occupazione tedesche prima ed inglesi poi e dagli sfollati che vi avevano abitato successivamente.

Gli altri locali di proprietà delcircolo che erano stati occupati da una famiglia sfollata e poi lasciati liberi sono stati di nuovo ceduti (dopo aver sentito anche il parere del Sottocomitato di liberazione nazionale della frazione) a una famiglia sinistrata di guerra che non era riuscita a trovare una sistemazione.

Nello stesso anno la Questura rifiuta la concessione della licenza di esercizio per cui si è costretti ad aderire all’E.N.A.L., acquistando 30 tessere.

In data 09/11/1947 il Commissariato Provinciale della Gioventù Italiana, a cui erano stati devoluti i beni dall’O.N.B., invia una formale diffida al”Circolo Lavoratori Pace e Unione di Pietralacroce” per la stipula di un contratto di affitto.

Arriviamo così al 1948 e si decide di voler ricostituire la Società di Mutuo Soccorso “Pace e Unione” per poter rientrare in possesso dei beni espropriati arbitrariamente e viene registrato anche uno statuto generale già approvato in una Assemblea Generale 24/04/1946.

Questa società fu costituita come “società civile di mutuo soccorso” e quindi non soggetta ad omologazioni del tribunale civile di Ancona né a trascrizione nel registro delle imprese. 

L’Assemblea all’unanimità conferì al Presidente Sig. Ezio Petrelli tutti i più ampi poteri per agire in nome e per conto della società per la rivendicazione di tutti i beni mobili ed immobili illegittimamente confiscati ed assegnati all’O.N.B. L’atto del Notaio Franci fu registrato in Ancona il 03/02/1948 al n. 1210 vol. 127.

Siamo al 1950 quando il Presidente pro-tempore Sig. Roberto Pelosi rivolge una petizione alla Direzione Generale del Demanio di Roma rilevando nella stessa che essendo stati restituiti nell’anno 1946 dall’Intendenza di Finanza di Ancona tutti i beni mobili consistenti in un apparecchio radio, tavoli, banchetti, stigli ecc., precedentemente confiscati con i noti decreti, ci si aspettava anche la restituzione dei locali. Ma non ci fu alcuna risposta.

Di contro in data 16/01/1952 l’Intendenza di Finanza avanza una richiesta di pagamento di affitto per l’importo di lit 100.073 ed in data 08/02/1952 la società invia una domanda all’Intendenza di Finanza perché soprassieda alla richiesta di pagamento, in attesa di decisioni parlamentari riguardanti le società di mutuo soccorso i cui beni erano stati confiscati.

Sempre nel 1952 c’è da ricordare l’ospitalità che la società ha dato ad un gruppo di minatori della miniera di zolfo di Cabernardi (i cui pozzi erano stati occupati) che hanno potuto trascorrere la notte nei nostri locali per partecipare la mattina dopo ad una manifestazione in città contro la chiusura della miniera stessa. La paglia per dormire era stata reperita da Marconi.

Ancora il 24/11/1954 viene inviata da parte della società una muova domanda di restituzione del maltolto alla Direzione Generale del Demanio di Roma, ed il 07/11/1955 si fa ricorso alla Commissione Censuaria Ufficio Tecnico Erariale contro la variazione dei dati catastali (di cui era stata data notizia alla società).

Intanto è opportuno ricordare che la società dal 1949 al 1956 ha potuto svolgere la propria attività perché iscritta all’E.N.A.L. che forniva la licenza di esercizio e che comunque imponeva la sua volontà sulla composizione dei Consiglieri eletti dai soci che dovevano essere di gradimento ed imponeva forti tassazioni sotto forma di tesseramento all’Ente.

Nel Gennaio 1956 c’è l’uscita dall’E.N.A.L. e l’acquisto di una licenza di esercizio da tale Lupacchini Giuseppina che gestiva una cantina a Pietralacroce, con mille ostacoli frapposti sia dall’E.N.A.L. stessa che dalla Questura.

In data 22/06/1956 il Ministero delle Finanze Amministrazione delle tasse ed imposte indirette sugli affari Ufficio Bollo e Demanio di Ancona emette un’ingiunzione di pagamento di lit 100.073 per canone occupazione immobile EX GIL durante il periodo 01/06/1945 al 31 gennaio 1951 più relativi interessi.

Il Consiglio Direttivo nelle riunione del 25/09/1956 riferisce il parere di due avvocati (Avv. Edgardo Casaccia di Ancona e Raffaele De Crescenzio di Roma) che consigliano di pagare l’affitto non essendoci al momento nessuna legge che possa far ritornare in proprietà i locali confiscati e pertanto in data 03/10/1956 viene pagato l’importo di lit 100.073 all’Ufficio Bollo e Demanio di Ancona quale corrispettivo di affitto fino al 31 gennaio 1951.

L’Intendenza di Finanza di Ancona in data 21/10/1956 richiede nuovamente la disponibilità dell’immobile, libero da persone, e la corresponsione dell’indennità di occupazione dall’1/2/1951 la cui cifra era già superiore alle 250.000 lire.

Il 23/10/1956 il Presidente pro-tempore Manlio Marinelli chiede alla stessa cortesemente di voler dilazionare il pagamento del canone in attesa dell’approvazione di una proposta di legge dell’On. Macrelli circa la restituzione ai legittimi proprietari dei beni immobili confiscati durante il periodo del passato regime.

Trascorrono alcuni mesi ed in data 05/04/1957 l’Avvocatura Generale dello Stato per conto della Gioventù Italiana cita la Società di Mutuo Soccorso “Pace e Unione” a comparire in Tribunale alla data del 20/05/1957 perché sia condannata al rilascio immediato dell’immobile ed al pagamento dell’indennità di occupazione dovuta per il periodo dal primo febbraio 1951 fino al dì dell’effettivo rilascio.

Il 12/04/1957 il Presidente pro-tempore Roberto Pelosi invia un’istanza al Commissariato della Gioventù Italiana e p.c. All’Avvocatura Generale dello Stato perché venga concesso il pagamento della somma dovuta per affitto dall’1/02/1951 alla data suindicata mediante rate semestrali e che venga stipulato con la società un regolare contratto di concessione nella misura e sulla base dei precedenti canoni con gli aumenti di legge e fa presente che qualora l’Ente venisse nella determinazione di vendere l’immobile, la società sarebbe disposta a trattare per un eventuale acquisto.

Nel frattempo la “Pace e Unione” propone istanza al Tribunale Civile di Ancona per il patrocinio gratuito ai sensi di legge (art. 9 della legge 5 aprile 1886 m. 3812) (La società sarà ammessa al patrocinio gratuito in data 27/11/1957).

Viene convocata un’Assemblea Straordinaria in data 13/07/1957 alla presenza del Notaio Giorgio Sabatini, che delibera di procedere in via giudiziaria alla rivendica di un appezzamento di terreno di mq. 432 distinto in catasto alla sez. N foglio II° n. 256 e conferma la propria
approvazione dello statuto sociale. L’atto viene trascritto in data 28/08/1957 dal Tribunale di Ancona al reg. 564 delle società.

La causa, iscritta in prima istanza al n. 531 del Ruolo generale degli affari contenziosi civili dell’anno 1957, viene passata in decisione il 10 febbraio 1961. La società viene difesa dall’Avv. Cleto Boldrini che chiede di condannare l’attrice Gioventù Italiana alla restituzione dell’immobile e della somma di lit 100.073 (canoni d’affitto dal primo giugno 1945 al 31 gennaio 1951) indebitamente percetta, oltre al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede.

Purtroppo però la “Pace e Unione”perde la causa ed è costretta a pagare le spese di giudizio e quindi si prospettano nuovamente grossi problemi: rilascio dell’immobile entro un mese e pagare l’affitto a partire dall’1/02/1951 fino alla data dell’effettivo rilascio dell’immobile stesso.

Non restava che ricorrere in appello e fu fatto in data 27 luglio 1961. Nel frattempo si tennero contatti con il Commissariato della Gioventù Italiana che anche negli anni precedenti sembrava ben disposta ad arrivare ad un accordo e finalmente il 27/02/1963 venne effettuato l’atto di transazione trascritto in Ancona il 03/05/1963 sotto ì numeri 4138 reg. gen. D’ord. 2963 reg. di Form., Notaio Giorgio Sabatini, dietro pagamento di lit 1.500.000 per acquisto immobile ed indennità di occupazione più altre 100.000 lire a stralcio di ogni avere.

Alla fine il costo totale della transazione comprese tutte le spese legali notarili ecc. arrivò a superare i 3.000.000 di lire ed il problema era come e dove reperirli. Ancora una volta i soci dovettero far fronte personalmente con un prestito straordinario di Lit 10.000 per ogni socio rimborsabile al compimento del settantesimo anno di età su richiesta dell’interessato.

Ci fu una buona adesione e riuscimmo così a saldare il salato conto con la grandissima soddisfazione di essere ritornati in possesso della società.

Negli anni successivi l’attività della società prosegue regolarmente: viene rifatto il pavimento di legno ecc. e vengono tinteggiati i locali.

Dopo il terremoto del 1972 l’immobile necessita di ristrutturazioni che in parte vengono pagate col contributo della legge del terremoto di lit 1.664.000 su una spesa di oltre 2.500.000 lire.

Nello stesso anno c’è da ricordare l’apposizione di una lapide nella facciata esterna del circolo su Via Pietralacroce in memoria di Raffaele Raschia zio di Ennio Raschia assassinato il 04/08/1922 dalle squadracce fasciste provenienti da Perugia, proprio davanti alla società, che in realtà cercavano il fratello Enrico Raschia padre di Ennio ma alla richiesta di documenti che evidenziavano il cognome Raschia non hanno avuto esitazioni ed hanno proceduto alla barbara esecuzione.

Si arriva così all’inizio degli anni ’80 quando ci si rende conto che servono alcuni lavori importanti ed urgenti al tetto a seguito anche dei danni del terremoto non sistemati con i lavori precedenti. Il preventivo è di lit 4.000.000 e di nuovo si ricorre al finanziamento dei soci nella misura di lit 20.000 per ciascuno, questa volta a fondo perduto come deliberato all’Assemblea generale dei soci del 16/02/1980.

Nella stessa Assemblea alcuni soci invitano la stessa a considerare la possibilità di vedere una diversa ristrutturazione del circolo a partire dai locali, ma l’Assemblea al momento decide di procedere alla riparazione del tetto ed in un secondo momento di valutare la possibilità di effettuare lavori più importanti.

Intanto il socio Ennio Raschia, che tanto aveva lavorato per tutte le pratiche relative al riacquisto dell’immobile, unitamente al Comitato per il riscatto della Società, si era messo in contatto con l’Architetto Luciano Lunazzi per un progetto di ristrutturazione e per discuterne viene convocata un’Assemblea straordinaria in data 13/09/1980 nella quale il Consiglio direttivo fa presente di aver già contattato alcuni Enti locali circa la possibilità di ristrutturare i locali e propone di soprassedere alla riparazione del tetto in attesa degli sviluppi della prospettiva di ristrutturazione in quanto il tetto, sentiti degli esperti ingegneri, dà sufficienti garanzie di stabilità.

La proposta viene approvata con 55 voti favorevoli, 1 contrario ed 1 astenuto.

Nella successiva Assemblea ordinaria del 14/02/1981 viene di nuovo discusso il progetto di ristrutturazione presentato dall’Architetto Lunazzi (per ora solo gratuito e solamente se si realizzerà l’opera sarà pagato).

Viene letta una relazione del Consiglio inerente soprattutto l’eventuale nuova struttura del circolo e si fa presente che sono già state interessate le autorità competenti che hanno preso visione della situazione e precisamente in data 27/01/1981 quando era stato convocato un Consiglio speciale allargato per l’esposizione del progetto di ristrutturazione della società ed al quale erano presenti tutti i consiglieri ed Ennio Raschia, Giulio Bruni, Riccardo Giuliani, il Sig. Censi, il Sig. Sindaco Guido Monina e l’Architetto Luciano Lunazzi che ha fatto un’ampia presentazione del progetto. 

Nello stesso tempo si sono discussi alcuni suggerimenti circa il reperimento dei fondi.

In data 28/03/1981 si procede a richiedere la concessione edilizia al Comune di Ancona che ci verrà rilasciata in data 27/02/1984.

Ma sembra proprio che i guai per la nostra società non siano finiti ed infatti nel mese di ottobre 1981 riceviamo dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale di Roma diretta all’Ufficio Provinciale del Lavoro di Ancona ed a noi per conoscenza una lettera dove si paventava praticamente lo scioglimento della società ex art 2544 del codice civile richiesta dal Tribunale di Ancona in data 07/09/1981.

Cî siamo immediatamente recati all’Ufficio Provinciale del lavoro ed una volta dimostrato che la nostra società era in attività la cosa è stata
risolta con nostra grande soddisfazione.

Intanto si comincia a pensare al reperimento dei fondi e si decide a tal fine di iniziare con una mostra-mercato di Rubbings cinesi (disegni in calcografia in bianco e nero e policromi, stampati su carta di riso con una tecnica artigianale antica, che li muta, in-pratica, in tanti pezzi originali) in collaborazione con l’Associazione Italia-Cina che verrà tenuta dal 24/12/1981 al 06/01/1982 con un successo straordinario, con buon risalto sulla stampa locale e con un ampio servizio della RAI di Ancona messo in onda la sera del primo gennaio 1982.

Nell’anno successivo l’Assemblea tenuta il 2/02/1982 decide di andare avanti con il progetto di ristrutturazione e si decide anche di organizzare una prima festa al Forte Altavilla nei giorni 3 e 4 luglio dello stesso anno e per l’occasione ci sarà una sottoscrizione a premi.

Negli anni successivi si organizzeranno altre feste al Forte Altavilla per reperire fondi per il progetto.

Siamo al 1983 e l’Assemblea generale dei soci tenuta il 20 febbraio discute sul progetto di ristrutturazione ed il Presidente Massimo Di Berardino fa presente che una volta ritirata la licenza dal Comune i lavori dovranno essere iniziati entro un anno e prende formale impegno di seguire personalmente la Direzione dei Lavori gratuitamente.

Inoltre informa che ci sono buone possibilità di ottenere un mutuo dal Credito Fondiario per la legge del terremoto la cui domanda è già stata presentata dal Presidente pro-tempore Delvisio Breccia in data 03/03/82, ma bisogna attendere il rifinanziamento della legge. Si decide anche di indire una gara di appalto fra le imprese che parteciperanno.

Il 25/04/1983 viene convocata un’Assemblea straordinaria per la modifica dello statuto sociale resasi necessaria, che sarà poi depositato in tribunale in data 06/06/1983.

La licenza edilizia viene ritirata in data 27/02/1984 e finalmente si comincia a pensare concretamente alla ristrutturazione da fare con demolizione e ricostruzione del fabbricato con ampliamento. A tal fine in data 29/12/1984 viene tenuta un’Assemblea straordinaria dove il Presidente Massimo Di Berardino espone il capitolato di appalto dell’impresa che ha vinto.

Ora la società deve cercare dei locali dove poter trasferire la sua attività ed a tal fine viene richiesto alla 1% Circoscrizione l’utilizzo dei locali della ex scuola prefabbricata sita nell’area del Forte Altavilla.

I locali vengono concessi fino al 31/12/1985 e successivamente ci viene concessa una proroga fino al 31/03/1986.

Finalmente nel mese di febbraio 1985 l’impresa Patrizi Franco aggiudicataria dell’appalto inizia i lavori che sì protrarranno per più di un anno.

Nel frattempo l’Istituto di Credito Fondiario Umbro Marchigiano con lettera del 23/07/1985 ci comunica la delibera a ns. favore di un mutuo di lit 94.000.000 ed il 05/08/1985 viene stipulato il contratto di mutuo tra la società ed il predetto Istituto rappresentato dalla Cassa di Risparmio di Ancona. Il mutuo ci verrà erogato nel febbraio 1986.

Tutti nostri soci sono veramente entusiasti di questa imminente realizzazione soprattutto per dare agli amici, alle famiglie ed ai figli numerosi e gradevoli occasioni di incontro, che consentano momenti di formazione civica e morale e di elevazione culturale, unitamente a promozione dello spirito di fratellanza e senso del mutuo soccorso.

La struttura magistralmente progettata dall’Architetto Luciano Lunazzi (scomparso il 20/02/2008) stava prendendo forma.

Egli infatti con questa opera, riesce a dare a chi fa parte o vorrà far parte della nostra Associazione apartitica, il giusto ed autonomo ambiente per leggere, ascoltare musica, giocare a carte, guardare la TV ecc. con un ampio salone per organizzare feste, incontri culturali e mostre, unitamente ad una bella e funzionale sala bar.

Ed eccoci al giorno tanto atteso da tutti i nostri soci: il 31/05/1986 alle ore 17.00 alla presenza del Sig. Sindaco Guido Monina, dell’Assessore Provinciale allo Sport Lidio Rocchi, di Emo Pandolfi, Nazareno Della Rocca ed altri si inaugura la nostra nuova sede motivo di soddisfazione ed orgoglio da parte di tutti noi. Con l’occasione viene inaugurata anche una bella mostra di quadri del pittore Nazareno Della Rocca ed una mostra di foto e materiale di archivio riguardante la storia della società.

Ora però occorrerà “rimboccarsi le maniche” e cercare di proporre tutte quelle iniziative atte al reperimento di fondi per far fronte ai nostri impegni finanziari ed anche per allargare il corpo sociale con nuove iscrizioni.

Tutti si danno da fare e come accennato in precedenza vengono fatte altre quattro feste in quella magnifica cornice che è il Forte Altavilla costruito nel 1863 come elemento della seconda linea difensiva della città di Ancona, proclamata nel 1860 “piazzaforte di prima classe” cioè città di interesse strategico, che con la sua invidiabile posizione paesaggistica, ubicato lungo l’itinerario della Riviera del Conero, è al tempo stesso angolo riservato e tranquillo dove un’architettura di interesse storico è immersa nel verde spontaneo e rigoglioso delle ginestre e di alberi secolari e dove si gode di un incantevole panorama.

Queste feste vengono fatte fino al 1986 unitamente ad altre iniziative nella sede del circolo come importanti mostre di quadri, incontri culturali ecc.

Siamo al 1987 e la società festeggia i 75 anni dalla sua costituzione ufficiale ed in tale ricorrenza organizza una serie di manifestazioni tra il 5 ed il 12 luglio. Il 12/07/1987 a chiusura del ciclo delle manifestazioni viene organizzata una cena lungo Via Pietralacroce, chiusa al traffico, seguita da uno spettacolo di un gruppo folcloristico di Staffolo.

Abbiamo di fronte un periodo di sacrifici che superiamo anche con l’aiuto di nuovi prestiti sociali volontari a cui molti soci aderiscono, fino al completo azzeramento dei nostri debiti.

Nel 1998 a seguito di nuove disposizioni legislative si rende necessario un aggiornamento dello statuto sociale al fine di mantenere tutti quei benefici fiscali di cui godono le società di mutuo soccorso ora classificate fiscalmente come “Enti non commerciali” si convoca un’Assemblea straordinaria che si tiene in data 27/06/1998 alla presenza del Notaio Giuseppe Salvatore e viene adottato il nuovo statuto sociale che prevede la durata della società in 50 anni prorogabili.

L’atto viene depositato in Cancelleria del Tribunale di Ancona in data 07/07/1998 e dopo parere favorevole della Procura della Repubblica e dello stesso Tribunale viene registrato nel registro delle società in data 22/07/1998.

Il resto è storia degli anni più recenti tra alti e bassi con aumento notevole degli associati in un primo momento e diminuzione sensibile negli ultimi anni dovute in particolare ai giovani che si sono trasferiti da Pietralacroce, per motivi di lavoro o per l’impossibilità di rinvenire appartamenti in affitto o in vendita a prezzi ragionevoli, visto che i costi hanno subito una lievitazione impressionante. Non c’è stato purtroppo un ricambio generazionale.

Siamo così giunti al 2012 l’anno del nostro centenario con la speranza “vedere aumentare dl numero dei soci e di essere un polo di
gregazione per tutto il quartiere, come per il passato.


TRATTO DA:
Società di mutuo soccorso ‘Pace e Unione’ Pietralacroce CENTENARIO 1912-2012 (Sergio Santarello)